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Il Coaching, un metodo per affrontare la complessità

  • Immagine del redattore: rspasso
    rspasso
  • 30 lug 2020
  • Tempo di lettura: 3 min


''Vivi le domande ora. Forse poi, in qualche giorno lontano nel futuro, inizierai gradualmente, senza neppure accorgertene, a vivere a tuo modo nella risposta.''

Rainer Maria Rilke

Il periodo che stiamo vivendo si caratterizza per la sempre crescente complessità, con la quale fare i conti.

Se la complessità è crescente, molte sono le emozioni che, quotidianamente, mettiamo in gioco e che, spesso, ostacolano il raggiungimento dei risultati e la gestione delle relazioni.

Gli strumenti, di crescita personale, sollecitano le persone a far emergere risorse virtuose e aiutano ad affrontare, con maggiore serenità, le diverse sfide.

Tra le varie metodologie, a cui ricorrere per sviluppare processi di crescita personale e/o professionale, c’è il coaching.

Ma cos’è il coaching e il coach cosa fa?

ICF, la International Coach Federation, così lo definisce: una partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale.

Partnership, perché nel percorso, formato da vari incontri, tra il coach e il coachee (il cliente) si stabilisce una relazione di assoluta parità.

Il coachee è il cliente e non il paziente, come viene definito chi segue percorsi di psicoterapia, e il coach è il professionista che accompagna la persona nello sviluppo delle proprie potenzialità, per il raggiungimento di obiettivi concreti.

Il coach non interpreta mai, ma lascia che sia il coachee a consapevolizzare ciò che è più utile, agire, per il proprio benessere.

Nei processi di coaching, non si lavora sul disagio, ma solamente sulle potenzialità ancora inespresse o da sviluppare che permettano di ottenere risultati concreti. Il coach non è uno psicologo o uno psicoterapeuta, sgombriamo il campo da possibili equivoci.

Nel coaching, si lavora per raggiungere risultati concreti attraverso l’individuazione di specifiche azioni, concrete.

Può essere applicato sia in ambiti personali, Life Coaching, sia in ambiti aziendali, Corporate Coaching.

Molti sono gli strumenti che il coach può utilizzare, durante le sessioni, affinché il coachee attivi la riflessione e metta in moto il proprio processo creativo e trovare così, soluzioni efficaci e soddisfacenti.

Lo strumento principe è la domanda. Il coach, parla poco, ascolta attivamente e pone domande che impegnino la parte creativa del cervello: l’emisfero destro.

Che tipo di domande pone il coach? Domande aperte, quelle che lasciano piena libertà di risposta, senza condizionarla in alcun modo.

Attivando la propria creatività, il cliente può osservare la realtà anche da altri punti di vista: diversi e, a volte più ricchi, di quanto il solo utilizzo del pensiero logico offra.

I percorsi sono piuttosto brevi e la brevità è uno dei requisiti di questa metodologia, perché si lavora per il soddisfacimento concreto, partendo dal presente -qui e ora- proiettandosi nel futuro. Il passato non si analizza, ma lo si richiama, quando necessario, solamente per riportare alla memoria esperienze di successo, che aiutino il cliente a riacquistare fiducia in sé.

In azienda, in genere, il processo è formato da sei sessioni, ogni 15/20 giorni; il life coaching richiede qualche sessione in più perché c’è la necessità di contestualizzare il percorso. In azienda il contesto è dato e le tematiche su cui lavorare vengono individuate a priori.

Lo scopo ultimo del processo di coaching è offrire alla persona l’opportunità di integrare tutte le facoltà/ risorse disponibili, per affrontare con maggiore chiarezza e presenza le sfide a cui si è sottoposti.

Questo breve articolo introduce un tema ampio, meritevole di ulteriori approfondimenti, che troverete in questo blog, nelle prossime pubblicazioni.

Per chi fosse interessato a fare esperienza del coaching può consultare il sito dell’Associazione IFC https://www.coachfederation.it/ e trovare un coach.Di solito, la prima sessione di prova, è gratuita.






Titti Mastrocinque

foto: M.C. Escher

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