Recensione ''Soltanto Mia''
- rspasso
- 30 ott 2020
- Tempo di lettura: 6 min
Titolo: Soltanto mia
Serie: Stand Alone, autoconclusivo
Autore: Elena Giulia Montorsi e Lorenzo Puglisi
Genere: Narrativa
Tipo di finale: Chiuso
Narrazione: prima persona, POV alternati dei protagonisti (Gabriele & Federica)
Numero di pagine: 216
Data di pubblicazione: 1° settembre 2020
Editore: Mondadori
TRAMA:
Gabriele e Federica si frequentano da poco: un incontro in treno, un caffè insieme e un'attrazione fisica reciproca. Entrambi hanno figli piccoli, un matrimonio fallito alle spalle e tanta voglia di rifarsi. A Federica piace quest'uomo apparentemente galante e pieno di attenzioni. A Gabriele piace questa donna apparentemente fragile, che ispira un senso di protezione. Lui la cerca sui social, commenta le sue fotografie con ammiccante dolcezza, e intanto fruga tra i profili degli uomini che compongono la cerchia delle sue amicizie. Lei è lusingata dal corteggiamento, si sente al centro del mondo, di nuovo protagonista della propria vita. Gabriele comincia a pensare a Federica con insistenza, trascura il lavoro. Intanto Milano si svuota, è agosto, Federica raggiunge i figli al mare e lui si sente sempre più solo. Giorno dopo giorno - complici la lusinghiera e mai autentica rappresentazione che ciascuno offre di sé tramite i social e i fraintendimenti della comunicazione virtuale - le aspettative reciproche divergono sempre di più: Federica vuole concentrarsi sui figli, sulla sua nuova attività, non vuole impegnarsi in una relazione ufficiale. Gabriele non capisce e avanza pretese di esclusività.
Lorenzo Puglisi, avvocato esperto di diritto di famiglia, ed Elena Giulia Montorsi, psicoterapeuta che spesso assiste donne vittime di stalking, incrociano le loro esperienze professionali creando un intreccio di eventi e riflessioni in cui il lettore si trova sempre più coinvolto. E danno vita a un romanzo intenso e perturbante, che ci consente di affrontare un argomento di stringente attualità come solo la narrativa può fare: mettendoci a parte dei pensieri, delle emozioni e dei tormenti dei protagonisti, facendoci ascoltare direttamente le loro voci in un avvincente gioco di capitoli alternati. Pagina dopo pagina la tensione cresce, e quando Federica giungerà ad avere paura di Gabriele, insieme a lei ci scopriremo a domandarci: "Ma come siamo arrivati a questo punto?".
Recensione
«A volte basta un niente per cambiare tutto e quasi sempre ce ne rendiamo conto quando ormai è troppo tardi.»
Oggi, con la mia recensione prendiamo parte al Blog Tour organizzato da Raffaella De, per la nuova uscita, targata Mondadori, di Soltanto mia, il romanzo scritto a quattro mani da Elena Giulia Montorsi e Lorenzo Puglisi.
Un libro che suscita tante domande, costringe a guardare oltre le apparenze ma, che purtroppo, non ha il potere di fermare la violenza di cui ogni giorno sono vittime le donne.
Soltanto mia, ci mostra il punto di vista di entrambi i protagonisti, Gabriele e Federica.
Questa scelta ha conferito alla lettura un inquietante senso di avvicinamento a colui che sin dalla trama si è ben consapevoli essere il cattivo.
Inizialmente, attraverso la narrazione dal suo punto di vista, si pensa ad un uomo fragile, sopraffatto dalle difficoltà che ha dovuto affrontare nella vita. Gabriele, è orfano di madre, ha un padre assente ed anaffettivo ed il suo unico punto di riferimento è sempre stata sua sorella Luisa. Gestisce una pasticceria ma gli affari non sempre vanno bene come dovrebbero.
Il primo incontro con Federica, avviene in occasione di un'uscita con degli amici in comune, quando entrambi hanno già due figli a testa e sono sposati. Lui con Anna e lei con Davide. I due si notano e si piacciono fisicamente ma tra di loro non succede niente. Per un certo periodo di tempo si perdono di vista, fino a quando, casualmente, si incontrano a bordo di un treno.
È Federica la prima ad accorgersi di lui.
Gabriele nel frattempo si è separato, vede i figli raramente e con la sua ex moglie è in corso una battaglia legale su diversi fronti.
Anche il matrimonio di Federica è alla deriva, e dal momento che Gabriele è veramente attraente non si nega di avvicinarlo.
Tra loro inizia qualcosa che cambierà le sorti di entrambi.
Adesso, Gabriele è in galera, al Tor Vergata, perché ha fatto del male a chi diceva di amare. E Federica?
E Federica è una vittima, punto!
Quando Federica si avvicina a Gabriele decide di godersi la sua libertà, di lasciarsi andare alla passione. Ammaliata dal suo bell’aspetto, dalle sue attenzioni e dal desiderio di sentirsi amata, unica e speciale.
Lei che aveva dovuto lottare per sentirsi all’altezza di non fallire. Prima negli studi, dopo nel suo matrimonio. Federica, che aveva sofferto di depressione post partum, dopo entrambe le sue gravidanze, forse per quella sensazione di inadeguatezza che aveva da sempre avvolto il suo cuore.
«Dopo tanti anni bui, sono felice, sto finalmente assaporando un esaltante sentimento di spensieratezza e ho deciso di godermi quello che viene. È una sensazione di appagamento e di fiducia che non ho mai provato in vita mia.»
Proprio lei, ha finalmente, trovato la sua strada aprendo una scuola di Yoga e ponendo fine ad un matrimonio infelice. In Gabriele trova la possibilità di sentirsi ancora desiderata. Da lui vuole un rapporto senza impegno e senza legami.
Ma lui ha intenzioni ben diverse. Vorrebbe sentirla soltanto sua, entrare nella sua vita, farne parte. Lui vuole sentirsi soltanto suo. Gabriele dice di amarla. Ma, nei fatti il suo si dimostrerà non essere amore.
In Soltanto mia, Elena Giulia Montorsi e Lorenzo Puglisi hanno avuto il coraggio di mostrare i pensieri, i desideri, le paure, i limiti, i pregi ed i difetti, di entrambi i protagonisti.
Federica non è una donna remissiva, sottomessa che si lascia soggiogare. Lei viene presentata dagli autori come una PERSONA. É umanamente predisposta a compiere degli errori e si comporta in modo istintivo e spesso egoistico.
«“Non perdere la testa proprio ora che hai la tua indipendenza.” Non perdo la testa per nessuno. La faccio girare agli altri. Cosa c’è di male?»
Alcuni suoi atteggiamenti, se valutati in modo superficiale e maschilista potrebbero anche venire giudicati negativamente. Si potrebbe cadere nella tentazione di addossarle delle responsabilità, ma questo porterebbe a trovare delle attenuanti per delle azioni ingiustificabili di cui cadrà vittima. E ciò non è minimamente tollerabile.
«Ho il sospetto che mi segua. È invadente, assillante, vuole sapere dove sono e cosa faccio.»
Federica non è una santa, sta vivendo un momento della vita in cui sente la necessità di pensare solo a sé stessa. Non si sofferma troppo a pensare alle conseguenze delle proprie scelte. Agisce perché ha voglia di farlo.
Ma chi non ha mai provato l’esigenza di assecondare esclusivamente i propri bisogni?
Lei lo fa. In un modo o in un altro, lo abbiamo fatto, lo facciamo o lo faremo anche noi. Ma questo non può essere un motivo per diventare meritevoli di violenza, o di autorizzare qualcuno a toglierci la dignità, la libertà e persino la vita.
Gabriele crede di amare Federica. Il sentimento che prova per lei, in poco tempo, diventa un bisogno che, alimentato dalla solitudine, dalla disperazione, dalle dipendenze e dalla perdizione, si trasforma in ossessione. L’amore, che si dimostra non essere mai stato tale, degenera in veleno per l’anima; in qualcosa di paralizzante, terrorizzante, capace di annullare la volontà, di incatenare, uccidere l’anima e annientare lo spirito.
«O segui le mie regole o ne paghi le conseguenze. Questo è l’amore: proteggere chi ami con le regole. Perché io ti amo. Mi sei entrata dentro, ti sento nella pelle e sei mia, solo e soltanto mia.”»
Nonostante l’evidenza Gabriele non smetterà mai, neanche per un secondo, di sentirsi lui vittima.
«Per mesi non ho ceduto alle sue esitazioni, le ho concesso la possibilità di ritornare da me, non mi sono mai tirato indietro, non l’ho mai lasciata andare alla deriva. Allora come ha potuto chiedermi di uscire dalla sua vita? Di rinunciare al nostro sogno e accettare la sconfitta?»
Federica, Soltanto mia! Questo è quello che avrebbe voluto.
«“Sei mia, solo e soltanto mia.”»
Ma è lei che non è stata in grado di apprezzare il suo amore? È lei che ha provocato le sue reazioni?
Quando si desidera possedere l’altro, controllarlo, pedinarlo, privarlo della libertà di agire si può considerare amore?
Soltanto mia è un libro scritto molto bene, coinvolgente e trainante. Ha un linguaggio forte che permette di rendere più concreta la dura verità. Se avete voglia di riflettere su questo argomento, in modo critico e per niente superficiale, questa lettura vi permetterà di farlo.
«Un uomo che ti fa del male ha sempre torto».
Copia ARC inviata gratuitamente dalla Mondadori in cambio di una recensione
onesta e sincera.
Voto 5
Gabriella La Rosa
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