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Good Manners


Così fu. La settimana successiva fu spossante, fu una settimana in cui la signorina Heartfell fu seppellita sotto montagne di abiti, piatti, fiori, liste degli invitati, cibo, tappeti, e tanti, tantissimi nastri. Già la mattina successiva, infatti, una lettera recapitata di buon’ora a casa Godwell invitava la signorina ad un giro di compere in paese in compagnia dell'amica. L'invito fu naturalmente accolto di buon grado e, per quanto il paese costituisse una buona occasione per esercitare le sue qualità di osservatrice, la giovane si preparò a metterle da parte e a far uscire la parte più frivola di sé, che pure possedeva e di cui, quando più le conveniva, andava fiera. Per cui mentre camminava per il paese a braccetto con Alison non smise mai di parlare, come pure l'amica.

“Come vorresti che fosse il vestito? Mi raccomando, esagera Alison, il ballo è in tuo onore! Ah, non ci dimentichiamo di comprare dei nastri anche per il tuo Mr. Godwell, dovrete essere assolutamente coordinati, chiaro”

“Non saprei, esagerare non è da me tanto quanto non è da te, ma visto che ti trovo così decisa lascerò scegliere a te, se non altro per farti contenta” disse l'amica ridendo.

“Allora non ho dubbi! Azzurro, senza dubbio azzurro! Che ne dici? Io avrei di certo usato qualcosa di più deciso ma in fondo qui si parla di una futura sposa. E i nastri? L'importanza dei nastri, cara Alison, come ben sappiamo, non va mai sottovalutata. Ma si deve pensare anche al signor Godwell, naturalmente. Ce lo vedi il poverino con degli splendidi nastri azzurri, o un bel panciotto chiaro? Oh no, no, no. Non vorrei assolutamente essere l'artefice di un tale torto verso il mio caro fratello. Dunque, blu. Un bel blu scuro sarà elegante vestito di blu. Digli di vestirsi di blu, altrimenti lo convincerò io. Per te di blu solo i nastri naturalmente. Oh, cielo, ho ben impresso in mente il tuo abito adesso! Forza, cara, corriamo dalla sarta.” Così fecero. Delilah descrisse nei minimi dettagli quello che aveva in mente e la sarta approvò. Naturalmente ella conosceva così bene l'amica da indovinare perfettamente i suoi gusti, per questo vide il suo volto illuminarsi man mano che l'abito veniva progettato. Naturalmente la signora Godwell aveva insistito perché anche Delilah avesse un abito nuovo, così quando ebbero finito di scegliere la stoffa azzurra, passarono a quella per miss Heartfell. Dopo che ebbero scelto anche i nastri, si avviarono lentamente verso casa, fermandosi solo per comperare carta e inchiostro per entrambe, poiché entrambe intrattenevano una fitta corrispondenza con amici lontani, alcuni dei quali avrebbero presenziato al matrimonio.

“Credi che vedremo qualcuno di interessante tra gli amici di Will?” disse Alison con espressione furba.

“Oh, lo spero davvero! Alcuni di loro li conosco da tempo, ma di altri ho solo sentito parlare. Confido abbastanza nel giudizio del tuo promesso da riporre giuste aspettative in questo incontro. È un giovane assennato: avrà sempre scelto una degna compagnia.”

“Di certo sarà cosi, Lilah.” sospirò. “io a dir la verità intendevo qualcuno di interessante per te. Sei così incline a disprezzare tutti”

“Oh, cielo. Questo mio ritratto è davvero poco lusinghiero, direi. E pensare che non ho mai creduto che le mie risolute, diciamo così, opinioni sugli altri fossero un tale difetto come tu me lo presenti.”

“Non volevo certo offenderti, penso piuttosto alla tua felicità.”

“La mia felicità! Essere più accondiscendente non mi renderà più felice, forse solo più sciocca, meno me stessa di certo. Non cerco certo un uomo che sia attratto da ragazze sciocche o compiacenti. Se dovessi piacere a qualcuno per una di queste due qualità di certo egli non varrebbe la pena di essere preso in considerazione.”

“Sei incorreggibile! Non credi che possa esistere una ragionevole via di mezzo? Non dico che tu non debba farti delle opinioni, potresti solo cercare di essere solo un po' meno drastica nel considerare le persone. Di certo sarebbe già un gran passo se tu potessi rivedere qualche tua posizione, non credi?”

“Ho osservato fin troppi caratteri per poter fare una cosa del genere.”

“Mi stai forse dicendo che la tua prima opinione è per sempre? La prima impressione conta così tanto?”

“vorresti farmi credere che le prime impressioni che tu hai avuto sugli altri non ti hanno influenzato nel rapportarti con loro? E poi queste impressioni, prime, seconde, sono impressioni e basta, la prima non differisce dall'ultima. Se si è abbastanza assennati da comprenderlo, un carattere, per quanto complesso o imprevedibile, non cambia all'improvviso le sue inclinazioni più profonde.”

“Se possibile, dopo questi tuoi commenti, comprendo che il quando che mi ero fatta sulle tue opinioni ere persino troppo clemente. Sei davvero fin troppo risoluta per me, cara Delilah. Ma posso chiederti un favore? Vorrei che tu me lo concedessi come regalo di nozze: quieta per il tempo di un ricevimento tutti i tuoi giudizi, cerca di vedere i lati positivi, solo quelli positivi, rimanda la morale e goditi una conversazione frivola e assolutamente non importante. Puoi farlo?” la guardò speranzosa. Volva davvero vedere l'amica felice come lo era lei in quel momento. Giacché niente di quello che Lilah si ostinava a fare gliela aveva regalata, pensò che cambiare approccio le avrebbe giovato. Benché quella testarda ragazza dichiarasse di essere già assolutamente, completamente felice.

“Tenterò. Ma non ti prometto di non lasciarmi sfuggire qualche commento. Quando la situazione è insostenibile, mi nascono spontanei.”

“E’ più di quanto potessi chiedere, di certo. Va bene così”.

Fine parte quattro

Luna

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